L’Etiopia è la terra da esplorare per conoscere la storia dell’uomo. Considerata la “culla dell’umanità” per diversi fattori legati alla sua storia geologica, archeologica e antropologica, questa è la terra dove sono stati rinvenuti fossili tra i più antichi mai ritrovati, come resti umani considerati tra i più vicini all’Homo sapiens che conosciamo oggi.
La regione della Valle dell’Omo, nel sud del paese, è una delle aree più ricche di reperti preistorici. Qui sono stati scoperti fossili di antenati dell’uomo che risalgono a circa 2-3 milioni di anni fa. Uno dei ritrovamenti più noti è Lucy, il fossile più completo mai ritrovato di essere umano che visse circa 3,2 milioni di anni fa che ha consentito alla scienza di comprendere l’evoluzione umana.
Siamo in una delle zone più remote e culturalmente affascinanti del Paese. La sua natura selvaggia si mescola con tradizioni millenarie e per un’immersione profonda in questa ricchezza culturale unica al mondo, la scelta migliore è percorrerla a piedi.
Un itinerario di trekking tra i villaggi del sud offre l’opportunità di uscire dai sentieri battuti dal turismo di massa ed entrare in contatto con le minoranze etniche che vivono seguendo tradizioni ancestrali, una quindicina di tribù ognuna con le proprie tradizioni, lingua, abbigliamento, arte e stili di vita.
L’ospitalità delle popolazioni locali è leggendaria e visitare questi villaggi remoti a piedi offre la possibilità di imparare a vivere al ritmo stabilito da Madre Natura, rispettando le abitudini delle comunità che si incontrano lungo il cammino.
C’è di buono che l’Etiopia è l’unico Paese subsahariano a non essere mai stato colonizzato, eccetto per una breve parentesi di occupazione da parte dell’Italia sotto il regime di Mussolini, consentendo alle popolazioni locali di non subire contaminazioni e mantenere la propria identità che continua a resistere allo scorrere del tempo.
Tra le minoranze etniche più note di questa regione, gli Hamar si distinguono per le loro tradizioni culturali. Vivono principalmente nell’area di Turmi e sono celebri per i loro riti di iniziazione, tra cui l’importantissimo “salto dei tori”, un rito che segna il passaggio alla maturità per i giovani uomini. Le donne Hamar sono facilmente riconoscibili per i loro vestiti tradizionali, che includono collane e bracciali di perline, e per la pratica del “rincorrere il toro”, che simboleggia il coraggio e la forza.
Molto noti sono anche i Mursi, un gruppo etnico che vive nelle regioni più remote della Valle dell’Omo. Una delle loro tradizioni più antiche è l’uso di piastre di terracotta o di legno inserite nelle labbra e nelle orecchie, che rappresenta un segno di bellezza e status. La società Mursi è patriarcale, con una forte enfasi sul combattimento e sull’allevamento del bestiame, che è anche una misura di ricchezza.
Anche i Suri (o Surma) delle terre più remote a ovest della Valle dell’Omo, al confine con il Sud Sudan, sono noti per l’uso di piastre labiali oltre che per la loro arte del body painting. Il loro sistema sociale è strutturato attorno al bestiame, che rappresenta una risorsa fondamentale. Gli uomini Suri sono noti per i combattimenti rituali tra gruppi rivali, un’attività che è anche vista come un modo per risolvere conflitti interni
I Karo, invece, sono un gruppo etnico noto per la loro abilità nel body painting e nella creazione di decorazioni corporee. Vivono lungo il fiume Omo e sono abili pescatori e agricoltori. Durante le cerimonie e le festività, gli uomini Karo dipingono il loro corpo con colori vivaci, creando intricate forme geometriche, e sono noti per le loro tradizioni legate ai matrimoni, in cui l’uomo deve “dimostrare” il proprio coraggio e la propria forza.
Alcune di queste etnie si distinguono per il loro artigianato che viene usato durante le celebrazioni e le pratiche di iniziazione maschile, come i Dassanech, noti per la loro abilità nel lavorare con il cuoio creando oggetti utili e ornamentali, e i Banna che si distinguono per la loro abilità nella creazione di gioielli come collane e braccialetti.
La caratteristica che accomuna le varie etnie è senza dubbio il ritmo di vita strettamente legato ai cicli della natura e alla capacità di trovare sostentamento nelle risorse naturali. L’economia dei Dassanech, ad esempio, si basa principalmente sull’allevamento del bestiame e sulla pesca. La loro cultura è profondamente legata al fiume Omo, che è vitale per la loro sopravvivenza.
Anche la vita dei Nyangatom ruota intorno all’allevamento del bestiame, che è la principale fonte di sostentamento, ma praticano anche la coltivazione.
I Kwegu, invece – forse uno dei gruppi etnici meno conosciuti e più piccoli della regione – vivono vicino al fiume Omo e praticano principalmente l’agricoltura e la pesca. Il loro stile di vita è pressoché sedentario ma mantengono tradizioni che riflettono l’influenza delle tribù circostanti.
A differenza dei Kwegu, gli Afar – che vivono in diverse zone limitrofe della Valle dell’Omo – è un gruppo nomade che vive prevalentemente nelle terre aride e semi-aride, dove pratica l’allevamento del bestiame e il commercio di sale. Gli Afar hanno una cultura profondamente legata al deserto e al commercio, e sono noti per la loro capacità di adattarsi alle dure condizioni ambientali.
Diverse etnie che insieme formano parte vitale dell’identità etiope, un mosaico di culture straordinariamente preservato che fa della Valle dell’Omo una delle aree più culturalmente diversificate al mondo.
Con la nostra proposta Etiopia, trekking nella Valle dell’Omo e nella regione del Gurage vi invitiamo a intraprendere questo viaggio a passo lento, con il cuore aperto alla diversità e con la curiosità di scoprire e stupirsi. Un’avventura che vi cambierà per sempre.