E’ oggi, 14 ottobre 2021, l’ultima chance di vedere l’elegante livrea di Alitalia sorvolare i cieli nazionali.
Il volo AZ 1586 in partenza da Cagliari alle 22:05 con destinazione Roma Fiumicino, sarà l’ultimo decollo della nostra compagnia di bandiera, dopo 75 anni di onorata e travagliata carriera.
Fondata nel 1946 dall’IRI e dalla compagnia aerea britannica statale dell’epoca con il nome di ALII, nel 1947 cambia ragione sociale in Alitalia – Aerolinee Italiane Internazionali con una flotta composta da appena 4 Fiat G12 e 1 Savoia-Marchetti 95, prestati dall’Aeronautica Militare.
E’ una storia di successi quella dei primi decenni di vita dell’Alitalia: un quartier generale in un elegante zona della capitale, l’hub presso l’aeroporto di Roma-Ciampino, 37 aeromobili in flotta e circa 3000 dipendenti dopo appena 10 anni dalla nascita, una vera eccellenza italiana per la quale furono scomodate le Sorelle Fontana per la realizzazione delle prime divise (succedute dall’estro di Mila Schon, Balestra, Armani e Ferretti, per citarne alcuni).
L’hub si sposta a Roma Fiumicino, in occasione dell’apertura del nuovo aeroporto nel 1961 e dopo 10 anni, con l’acquisto del primo Boeing 747, la compagnia adotta il nuovo logo con la A tricolore stilizzata riportata sulle code degli aeromobili. E’ la nascita di un’icona, un brand che acquisisce fiducia in breve tempo e che contribuisce a far conoscere l’eleganza distintiva del Made in Italy in tutto il mondo.
Un brand che oggi vale un patrimonio e al quale la nostra nazione deve rinunciare a causa delle continue amministrazioni poco oculate – e anche a causa degli interventi sindacali – che si sono succedute dai primi anni ’90, quando arrivò la crisi economica, ai giorni nostri.
Nei tentativi di risollevare le sorti della compagnia aerea, gli amministratori delegati che si sono passati il testimone negli ultimi 30 anni, contano una serie di fallimenti: l’accordo di acquisto da parte di Air France che si è tirata indietro prima di firmare, la joint-venture con KLM con lo spostamento dell’hub a Milano-Malpensa (altro fallimento), una serie di ricapitalizzazioni che hanno dato spazio alla privatizzazione della compagnia (la fondazione di CAI, nella quale entrarono diverse società italiane; il tentativo di salvataggio con l’ingresso di Poste Italiane; l’acquisto del 49% delle quote da parte di Etihad Airways) e infine il decreto Cura Italia che stabilisce la costituzione della società ITA-Italia Trasporto Aereo interamente partecipata dallo stato italiano ed il passaggio da Alitalia della gestione del trasporto aereo civile nazionale da domani 15 ottobre 2021, nel tentativo di interrompere un’emorragia costata svariati miliardi allo Stato italiano.
Le scelte aziendali non sono discutibili, soprattutto se i conti non tornano e gravano sulle spalle dei contribuenti, ma questa non è una data della quale dobbiamo andare fieri.
Oggi termina, da un lato, un’epoca di sperperi e, dall’altro, un pezzo di storia fatta di lustro, di orgoglio patriottico, di eleganza, di eccellenza nella tecnologia e nella professionalità per cui la scuola piloti si è distinta in tutto il mondo quindi… in piedi, Signori, davanti ad Alitalia! E toglietevi il cappello mentre cala il sipario.